sfide e trend 2025 Employer Branding & Talent Strategy

TALENT STRATEGY & EMPLOYER BRANDING: i numeri del 2024 e le tendenze per il 2025

Il 2024 è sta­to un anno di tran­sizione seg­na­to da trasfor­mazioni del mer­ca­to del lavoro, dif­fuse rif­les­sioni sul futuro e fre­quen­ti cam­bi­a­men­ti all’interno delle orga­niz­zazioni. Le direzioni HR sono state impeg­nate a trovare soluzioni a sfide com­p­lesse in uno sce­nario dif­fi­cile, come descrivono i dati e le ricerche di set­tore sull’organizzazione del lavoro nel nos­tro Paese. In Italia, infat­ti, le dif­fi­coltà nel trovare tal­en­ti (tal­ent short­age) e per­son­ale con le com­pe­ten­ze ricer­cate (skill mis­match) si con­fer­mano crit­ic­ità tutt’altro che risolte, aggra­vate dal per­du­rare del fenom­e­no delle gran­di dimis­sioni — che dopo il pic­co nel 2020 non si è mai del tut­to arresta­to — e da uno sce­nario demografi­co carat­ter­iz­za­to dal pro­gres­si­vo invec­chi­a­men­to del­la popo­lazione e del­la forza lavoro. Altri fat­tori carat­ter­iz­zan­ti ques­ta com­p­lessità sono gli effet­ti del­la dig­i­tal­iz­zazione e del­la dif­fu­sione sem­pre più cap­il­lare dell’AI gen­er­a­ti­va, oltre alla nuo­va forte aspi­razione delle per­sone a ritrovare sen­so e felic­ità nel pro­prio lavoro.  

Come società di consulenza direzionale in ambito Human Capital, abbiamo toccato da vicino la portata e gli effetti che i fenomeni riassunti nel paragrafo precedente comportano all’interno delle organizzazioni.

I best cas­es, i dati e gli insights rac­colti dai pro­fes­sion­isti del­la nos­tra busi­ness line Tal­ent Strat­e­gy & Employ­er Brand­ing nel con­testo delle prog­et­tual­ità da loro curate in ambito Employ­er Brand­ing, Attrac­tion, Recruit­ing ed Engage­ment, ci con­sentono di for­mu­la­re una panoram­i­ca rap­p­re­sen­ta­ti­va dei prin­ci­pali temi e ten­den­ze che nel 2024 sono sta­ti ogget­to di atten­zione da parte di orga­niz­zazioni e fun­zioni HR. Il bilan­cio sui dri­vers e sui seg­nali osser­vati nel cor­so del 2024 ci resti­tu­isce un quadro indica­ti­vo di come l’Employer Brand­ing stia evol­ven­do e ci con­sente di for­mu­la­re una serie di con­sid­er­azioni su quali temi in ambito Peo­ple Strat­e­gy ricev­er­an­no mag­giore atten­zione da parte delle orga­niz­zazioni nel 2025. Guardan­do all’insieme dei prog­et­ti e delle attiv­ità che ci han­no visti impeg­nati come busi­ness line, ciò che dal nos­tro osser­va­to­rio abbi­amo potu­to ril­e­vare è una cres­cente atten­zione da parte delle aziende ver­so l’Employer Brand­ing come stru­men­to per agire prin­ci­pal­mente su due aspet­ti avver­ti­ti come urgen­ti e strate­gi­ci: 

  1. Il 43% dei nos­tri prog­et­ti si è incen­tra­to sui temi del­la EMPLOYEE VALUE PROPOSITION (EVP) e dell’ENGAGEMENT, a fronte di una impor­tante richi­es­ta da parte delle aziende che abbi­amo sup­por­t­a­to di lavo­rare sul­la pro­pria Employ­ee Val­ue Propo­si­tion (EVP) – ovvero, l’insieme dei ben­efi­ci tan­gi­bili e intan­gi­bili, del­la pro­pos­ta val­o­ri­ale e delle oppor­tu­nità che un’azienda si impeg­na a offrire ai pro­pri dipen­den­ti e poten­ziali tali – per miglio­rare engage­ment e dinamiche dis­fun­zion­ali interne (55%), ma anche per aumentare la rep­utazione e la riconosci­bil­ità dell’azienda ver­so l’esterno come employ­er di val­ore (45%);
  2. Una parte altret­tan­to con­sis­tente (37%) delle nos­tre prog­et­tual­ità è sta­ta ded­i­ca­ta, invece, a strate­gie e attiv­ità di TALENT STRATEGY e ATTRACTION fun­zion­ali al poten­zi­a­men­to del­la capac­ità di attrac­tion dell’azienda ver­so gio­vani di tal­en­to e per­sone di poten­ziale che porti­no com­pe­ten­ze tec­niche speci­fiche e sti­moli­no l’evoluzione all’interno dell’organizzazione. 

Cluster 1: EMPLOYEE VALUE PROPOSITION (EVP) ed ENGAGEMENT

Par­ti­amo dal pri­mo clus­ter di prog­et­ti in ambito EMPLOYEE VALUE PROPOSITION (EVP) ed ENGAGEMENT. Quel­lo dell’engagement e del­la employ­ee expe­ri­ence è sen­za ombra di dub­bio uno dei temi su cui più spes­so ci siamo trovati a riflet­tere insieme alle aziende, rac­coglien­do le pre­oc­cu­pazioni di ammin­is­tra­tori del­e­gati e respon­s­abili delle risorse umane legate a situ­azioni di insod­dis­fazione dif­fusa tra i dipen­den­ti, prob­le­mi di comu­ni­cazione, incon­tro trans­gen­er­azionale non sem­pre agev­ole, alti tas­si di turnover. Pro­prio per­ché gli ele­men­ti che con­cor­rono nel miglio­rare l’engagement e nel deter­minare una employ­ee expe­ri­ence com­p­lessi­va­mente pos­i­ti­va sono numerosi e si esten­dono lun­go l’intero arco del rap­por­to di lavoro, le orga­niz­zazioni, per quan­to ben dis­poste, si trovano spes­so dis­ori­en­tate e incerte sulle azioni da intrapren­dere. La mag­gior parte dei prog­et­ti che abbi­amo svilup­pa­to in questo ambito han­no riguarda­to due diret­tri­ci:

  1. work-life bal­ance e well­be­ing – dai ril­e­va­men­ti svolti nel con­testo dei nos­tri prog­et­ti, è emer­so che nel 46% delle orga­niz­zazioni che abbi­amo sup­por­t­a­to, i dipen­den­ti riten­gono che il loro datore di lavoro non garan­tis­ca suf­fi­ciente flessibil­ità tan­to rispet­to al luo­go, quan­to rispet­to all’orario di lavoro. Men­tre i col­lab­o­ra­tori più gio­vani (20–30 anni) val­u­tano pos­i­ti­va­mente soprat­tut­to la pos­si­bil­ità di lavo­rare da casa o da remo­to (anche oltre i con­fi­ni nazion­ali), quel­li nel­la fas­cia com­pre­sa tra i 40 e 50 anni sono mag­gior­mente inter­es­sati a soluzioni che garan­tis­cano più flessibil­ità oraria.  Anche per quan­to riguar­da il tema del well­be­ing, le nos­tre anal­isi han­no ril­e­va­to un sen­ti­men­to dif­fu­so di frus­trazione. Se gli aspet­ti legati all’impatto del lavoro sul pro­prio benessere psi­co-fisi­co e alla ges­tione del­lo stress lavoro cor­re­la­to sono con­siderati ele­men­ti pri­or­i­tari nel­la val­u­tazione dell’esperienza lavo­ra­ti­va da parte del 53% dei dipen­den­ti (arrivan­do al 62% tra le gen­er­azioni più gio­vani), solo una per­centuale ridot­ta (25%) ritiene che il pro­prio datore di lavoro sia impeg­na­to a sostenere conc­re­ta­mente il benessere dei col­lab­o­ra­tori. A tale riguar­do, le azioni che le aziende pos­sono intrapren­dere per andare incon­tro alle aspet­ta­tive delle per­sone sono moltepli­ci, al fine tan­to di sen­si­bi­liz­zare e infor­mare i dipen­den­ti sug­li stru­men­ti a loro dis­po­sizione quan­to di sup­por­t­arne conc­re­ta­mente la salute fisi­ca e men­tale, ad esem­pio, attra­ver­so soluzioni di wel­fare e/o garan­ten­do la pos­si­bil­ità di ottenere con­ge­di in caso di par­ti­co­lari prob­lem­atiche.   
  2. cul­tura azien­dale e comu­ni­cazione – sebbene meno “tan­gi­bile”, il tema del pur­pose e del­la cul­tura azien­dale è tutt’altro che sec­on­dario. Autorevoli ricerche (PWC, Deloitte) han­no evi­den­zi­a­to quan­to oggi più che mai le per­sone sen­tano il bisog­no di trovare nel pro­prio lavoro un sig­ni­fi­ca­to più alto rispet­to al mero aspet­to ret­ribu­ti­vo, e sono sem­pre più dis­poste a las­cia­re il pro­prio datore di lavoro in favore di uno di cui pos­sano andare fieri, ad esem­pio, per la cul­tura e i val­ori di cui si fa pro­mo­tore e/o per l’impegno e l’attivismo sulle tem­atiche ESG. Quel­la tra datore di lavoro e dipen­dente diven­ta così una part­ner­ship ani­ma­ta dal­la con­di­vi­sione di una mis­sion e di val­ori aspi­razion­ali che van­no oltre gli obi­et­tivi di car­ri­era del sin­go­lo e quel­li dell’azienda con l’ambizione di con­tribuire al benessere dell’ambiente e del­la soci­età tut­ta. Anche le nos­tre anal­isi con­fer­mano l’importanza per i col­lab­o­ra­tori (73%) di sen­tir­si in sin­to­nia tan­to con la cul­tura e i val­ori azien­dali, quan­to con il modus operan­di in cui questi ven­gono tradot­ti e agi­ti nelle attiv­ità quo­tid­i­ane e nell’approccio dell’azienda nel perseguire gli obi­et­tivi di busi­ness. Pot­er con­tare su una cul­tura azien­dale forte, cos­ti­tui­ta da un pur­pose, una mis­sion e val­ori chiari e ril­e­van­ti, può cos­ti­tuire un vero e pro­prio asset strate­gi­co per l’azienda. Pro­muo­vere inizia­tive e cam­pagne di comu­ni­cazione che rac­con­ti­no la cul­tura azien­dale in modo con­cre­to ed effi­cace può avere un impat­to pos­i­ti­vo sia su dipen­den­ti e can­di­dati, in chi­ave di fideliz­zazione, reten­tion ed engage­ment, sia su cli­en­ti e mer­ca­to, con­tribuen­do a miglio­rare la rep­u­ta­tion azien­dale.  

I dati che abbi­amo rac­colto mostra­no chiara­mente quan­to lavo­rare sul­la cul­tura azien­dale in chi­ave di engage­ment pos­sa cos­ti­tuire un van­tag­gio: le orga­niz­zazioni che abbi­amo sup­por­t­a­to con prog­et­tual­ità legate alla com­pa­ny cul­ture han­no ripor­ta­to un miglio­ra­men­to del­la val­u­tazione dell’esperienza lavo­ra­ti­va da parte dei pro­pri dipen­den­ti e mag­giori liv­el­li di engage­ment (82%). Nel caso delle prog­et­tual­ità che si sono arti­co­late per un peri­o­do di tem­po medio-lun­go (almeno un anno) abbi­amo ril­e­va­to inoltre una dimin­uzione dell’assenteismo (-37%) e del turnover (-24%). 

Cluster 2: TALENT STRATEGY e ATTRACTION

Veni­amo ora al sec­on­do clus­ter di prog­et­ti, ovvero, quel­li iner­en­ti a TALENT STRATEGY e ATTRACTION. Nel cor­so del 2024 abbi­amo con­stata­to in modo chiaro quan­to oggi sia com­pli­ca­to per le aziende intro­durre strate­gie vin­cen­ti in tema di attrac­tion e di ges­tione dei tal­en­ti, in uno sce­nario in cui sul mer­ca­to del lavoro gra­vano impor­tan­ti trasfor­mazioni a liv­el­lo inter­nazionale in diver­si set­tori indus­tri­ali, pro­ces­si pro­dut­tivi sem­pre più autom­a­tiz­za­ti, il dila­gare di dig­i­tal­iz­zazione e AI, così come l’ingresso nel mon­do del lavoro del­la GenZ. Tut­to ciò impone alle orga­niz­zazioni un ripen­sa­men­to pro­fon­do dei pro­pri pro­ces­si di Attrac­tion e di Recruit­ing. Dal nos­tro sguar­do sul mer­ca­to, le prin­ci­pali sfide che le aziende si trovano oggi ad affrontare in questo ambito sono due: da un lato, attrarre (e trat­tenere) gio­vani di tal­en­to, dall’altro, indi­vid­uare risorse con com­pe­ten­ze tan­to rare quan­to forte­mente ambite sul mer­ca­to. Per rispon­dere a queste sfide, le nos­tre prog­et­tual­ità han­no pre­vis­to inter­ven­ti di diver­so tipo per lavo­rare sia sul fronte Attrac­tion e Recruit­ing, in modo mira­to, al fine di indi­vid­uare can­di­dati con com­pe­ten­ze tec­niche speci­fiche, sia sul fronte del posizion­a­men­to dell’azienda in sen­so più ampio, con l’obiettivo di poten­ziarne la riconosci­bil­ità e l’appetibilità rispet­to al tar­get di rifer­i­men­to. 

Il tema del mis­match tra le com­pe­ten­ze ricer­cate e quelle offerte dal mer­ca­to dei can­di­dati cos­ti­tu­isce un prob­le­ma serio per le aziende. Una parte con­sis­tente delle orga­niz­zazioni con cui abbi­amo col­lab­o­ra­to ci ha rap­p­re­sen­ta­to la neces­sità di inte­grare nei pro­pri pro­ces­si di ricer­ca e selezione mod­el­li basati sulle com­pe­ten­ze piut­tosto che sulle cre­den­ziali tradizion­ali, così come quel­la di intro­durre inizia­tive per l’upskilling (38%) o il reskilling (54%) del per­son­ale. Usci­to a inizio anno, il report annuale sul futuro del lavoro del World Eco­nom­ic Forum pre­sen­ta le com­pe­ten­ze che giocher­an­no un ruo­lo chi­ave nel prossi­mo futuro, inclu­den­do sia hard skills legate soprat­tut­to ad AI, big data e cyber­se­cu­ri­ty che soft skills come pen­siero analiti­co, flessibil­ità, resilien­za e lead­er­ship. Vista la cen­tral­ità che il tema delle com­pe­ten­ze assumerà negli anni a venire, per le aziende è fon­da­men­tale dotar­si di modal­ità di selezione e assess­ment sem­pre più skill-based. Per quan­to riguar­da, invece, il tema del posizion­a­men­to in chi­ave di Tal­ent Attrac­tion, con par­ti­co­lare rifer­i­men­to alla GenZ, per le aziende è fon­da­men­tale assi­cu­rar­si di approntare strate­gie di comu­ni­cazione che rac­con­ti­no in modo chiaro e traspar­ente tut­to ciò che di val­ore l’azienda può offrire, a par­tire dagli aspet­ti che la GenZ ritiene più ril­e­van­ti nel­la scelta di un lavoro. 

I giovani che abbiamo intervistato

a tale riguar­do nel cor­so delle nos­tre attiv­ità han­no affer­ma­to di priv­i­le­gia­re datori di lavoro che offrono pro­gram­mi e oppor­tu­nità di for­mazione e di car­ri­era (57%), ele­men­to che risul­ta pre­pon­der­ante rispet­to all’interesse ver­so l’impegno dell’azienda sulle ques­tioni di respon­s­abil­ità sociale di impre­sa e sulle tem­atiche ESG (31%). Seg­nale inter­es­sante, abbi­amo con­sta­to una forte richi­es­ta da parte dei gio­vani (49%) di essere coin­volti in pro­grammi di for­mazione speci­fi­ca sulle tematiche legate all’AI, ritenu­ta un’alleata preziosa nell’attività lavo­ra­ti­va sia per ridurre gli errori umani (31%) sia per sem­pli­fi­care attiv­ità più com­p­lesse (34%). Pren­dere in con­sid­er­azione le aspet­ta­tive delle nuove gen­er­azioni di can­di­dati, assi­cu­ran­do loro una can­di­date expe­ri­ence dis­tin­ti­va, a par­tire da un job post­ing atten­to, col­lo­qui ben strut­turati, una comu­ni­cazione e pro­ces­si di onboard­ing effi­caci cos­ti­tu­isce il pri­mo pas­so per miglio­rare l’attrattività dell’azienda come datore di lavoro ide­ale. 

Ripercorrendo il 2024

sot­to il pro­fi­lo delle prog­et­tual­ità di Tal­ent Strat­e­gy & Employ­er Brand­ing, pos­si­amo dire che è sta­to un anno di grande atten­zione da parte delle aziende ver­so i temi del­la Peo­ple Strat­e­gy e, in par­ti­co­lare, ver­so l’Employer Brand­ing come leva strate­gi­ca per risol­vere le prob­lem­atiche interne e miglio­rare il posizion­a­men­to e la rep­utazione azien­dale. Alla luce di questo, quali sono i dri­ver che dal nos­tro pun­to di osser­vazione carat­ter­izzer­an­no il mer­ca­to del lavoro del 2025?  

In prim­is il tema dell’attrazione di fig­ure tec­niche alta­mente qual­ifi­cate risul­ta par­ti­co­lar­mente urgente per le aziende, chia­mate a con­frontar­si con una nuo­va gen­er­azione di lavo­ra­tori estrema­mente con­sapevoli, esi­gen­ti e incli­ni a con­sid­er­are il cam­bi­a­men­to di datore di lavoro se non sod­dis­fat­ti rispet­to alle pro­prie aspet­ta­tive in tema di work-life bal­ance e di benessere per­son­ale, così come di oppor­tu­nità di cresci­ta e di car­ri­era. L’obiettivo pro­fes­sion­ale delle per­sone si muove su più liv­el­li, in modo sem­pre più per­son­al­iz­za­to e con pri­or­ità diverse, ed è bene che le orga­niz­zazioni li sap­pi­ano visu­al­iz­zare e con­sid­er­are adeguata­mente con un dial­o­go sem­pre aper­to con can­di­dati e lavo­ra­tori. Inoltre, nel prossi­mo futuro risul­terà fon­da­men­tale prevedere strate­gie mirate, che inclu­dano stru­men­ti inno­v­a­tivi e soluzioni dis­rup­tive per rag­giun­gere e ingag­gia­re il tar­get di col­lab­o­ra­tori desider­a­to. In un mer­ca­to del lavoro estrema­mente com­p­lesso e com­pet­i­ti­vo, per le aziende sarà quin­di sem­pre più impor­tante inte­grare nel­la pro­pria Peo­ple Strat­e­gy pratiche e inizia­tive di Peo­ple Engage­ment che costru­is­cano un Can­di­date & Employ­ee Jour­ney dis­tin­ti­vo, fideliz­zan­do i dipen­den­ti e poten­ziali can­di­dati, con l’obiettivo tan­to ambizioso quan­to urgente di trat­tenere le risorse di mag­giore poten­ziale e aggiu­di­car­si i migliori tal­en­ti sul mer­ca­to. Infine, la comu­ni­cazione giocherà un ruo­lo sem­pre più deter­mi­nante. Le nuove gen­er­azioni sono molto proat­tive e curiose nel­la ricer­ca di infor­mazioni sull’azienda che si approc­cia loro, e spes­so ricor­rono al dig­i­tale per procu­rar­si quan­to cer­cano.

È quindi fondamentale per le imprese costruire una solida comunicazione online, che sappia presentare ai potenziali candidati la realtà, il contesto, la missione e i valori, comunicando in modo chiaro e diretto, e superando vecchi schemi che spesso ingessano l’immagine in costruzioni datate e non al passo con i tempi. 

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