Evento Glasford Wobi Intelligenza Emotiva

Le organizzazioni del New Normal: intelligenza emotiva, intelligenza artificiale e anti-fragilità

Evento Glasford Wobi Intelligenza Emotiva

Da alcu­ni anni ormai la soci­età a liv­el­lo mon­di­ale sta affrontan­do un per­cor­so di pro­fon­da e inar­resta­bile trasfor­mazione il cui impat­to si può per­cepire a vari liv­el­li: del sis­tema eco­nom­i­co, sociale e politi­co, fino ad arrivare a quel­lo orga­niz­za­ti­vo ed infine indi­vid­uale. Riv­o­luzioni tec­no­logiche, crisi eco­nomiche sem­pre più fre­quen­ti e impreved­i­bili, pre­ca­ri­età di risorse su cui si è basato per anni il mod­el­lo cap­i­tal­ista; l’arrivo a inizio 2020 di una pan­demia san­i­taria di carat­tere glob­ale è sta­to da molti let­to come il momen­to di dis­con­ti­nu­ità più forte del­la sto­ria più recente.

E SE INVECE FOSSE  “soltan­to” L’ACCELERATORE  per quel CAMBIAMENTO, inevitabile e inar­resta­bile, che come uomi­ni, imp­rese e sis­tema sti­amo RIMANDANDO FORSE  DA TROPPO TEMPO?

Ebbene, leggen­do in questi ter­mi­ni quan­to sti­amo viven­do, potrem­mo aprir­ci ad una com­pren­sione più pro­fon­da dei fenomeni in cor­so, non da ulti­mo la nasci­ta di nuovi mod­el­li di busi­ness e orga­niz­za­tivi che sem­pre più sem­bra­no puntare ad una CRESCITA SANA, REALE E SOSTENIBILE. Cosa stan­no affrontan­do dunque le ORGANIZZAZIONI in questo NEW NORMAL?

Una pri­ma rispos­ta ci arri­va dal­la com­pren­sione del­la trasfor­mazione dig­i­tale in pieno cor­so: Indus­tria 4.0 nel cuore man­i­fat­turiero d’Europa, i poli dell’innovazione tec­no­log­i­ca tra Sil­i­con Val­ley e Lev­ante, pas­san­do per Soci­ety 5.0 che in Giap­pone vede l’avvio di una Super Smart Soci­ety, dove IT e Intel­li­gen­za Arti­fi­ciale saran­no i “semi” di una nuo­va soci­età umanocen­tri­ca.

Par­ti­amo pro­prio dal con­cet­to di Intel­li­gen­za Arti­fi­ciale e di come sta cam­bian­do il nos­tro modo di vivere l’impresa: nata con gli stu­di di Alan Tur­ing nel 1936, Intel­li­gen­za Arti­fi­ciale si basa sui prin­cipi fonda­tivi del­la com­putabil­ità e del­la cal­co­la­bil­ità (On Com­putable Num­bers, with an Appli­ca­tion to the Entschei­dung­sprob­lem, A. Tur­ing, 1936) che tutt’oggi muovono i più sofisti­cati cal­co­la­tori e che han­no seg­na­to l’avvio e l’evoluzione dell’AI fino ai giorni nos­tri. Nel­la nos­tra era, seg­na­ta da un forte svilup­po ver­so la dig­i­tal­iz­zazione, l’AI tro­va svariati campi di appli­cazione all’interno di gran­di, medie e pic­cole orga­niz­zazioni, toc­can­do e influen­zan­do in modo oriz­zon­tale ogni fun­zione azien­dale: dall’ HR al Mar­ket­ing fino alla pro­duzione.

Sec­on­do un recente stu­dio del World Eco­nom­ic Forum, inti­to­la­to The future of Job Report (2020)gli ulti­mi anni sono sta­ti fau­tori di una sig­ni­fica­ti­va accel­er­azione nell’adozione di nuove tec­nolo­gie da parte delle aziende.

È pre­vis­to che entro il 2025 le aziende adot­ter­an­no in modo sem­pre più cap­il­lare tec­nolo­gie quali: Cloud Com­put­ing, Big Data, IoT, Cyber­se­cu­ri­ty e Crit­tografia. Un numero sem­pre più ele­va­to di orga­niz­zazioni uti­lizzer­an­no, inoltre, robot non umanoi­di che diven­ter­an­no presto un pilas­tro del lavoro all’interno delle indus­trie. Questo sce­nario sarà este­so a vari busi­ness trovan­do diver­si campi di appli­cazione quali ad esem­pio i servizi finanziari, la san­ità, la logis­ti­ca ed i trasporti. Ma la poten­za di ques­ta riv­o­luzione è anche data dal­la capac­ità, attra­ver­so nuovi stru­men­ti tec­no­logi­ci, di gener­are nuove oppor­tu­nità di busi­ness gra­zie ad un’estensione del­la val­ue chain ben oltre l’organizzazione stes­sa, inclu­den­do for­n­i­tori e cli­en­ti e muoven­dosi sem­pre più spes­so nel­la log­i­ca del­la servi­ti­za­tion e di un mon­do iper con­nes­so. 

Ma la trasfor­mazione in cor­so non è pura tec­ni­ca: emerge sem­pre più fre­quente­mente il binomio “tech & human-ori­ent­ed” di ques­ta riv­o­luzione che sem­bra ridis­eg­nare i ruoli e le inter­azioni tra macchi­na ed essere umano che, sec­on­do alcu­ni sturi, entro il 2025 sono des­ti­nati ad una anco­ra più inte­gra­ta con­nes­sione. Se Umber­to Gal­im­ber­ti nel suo Psiche e tec­ne. L’uomo nell’età del­la tec­ni­ca ci ram­men­ta l’insostenibilità e sven­tu­ra­ta risoluzione, a dis­capi­to dell’Uomo, dell’atavico con­flit­to con la tec­ne, a noi piace pen­sare che forse una pos­i­ti­va chi­ave di let­tura nasca pro­prio dal­la rin­no­va­ta cen­tral­ità del­la per­sona nelle orga­niz­zazioni e del­la sua capac­ità di agire sec­on­do i prin­cipi dell’Emo­tion­al Intel­li­gence (o EI).

Intel­li­gen­za Emo­ti­va è un con­cet­to che sap­pi­amo essere sta­to introdot­to per la pri­ma vol­ta negli anni ‘90 gra­zie agli stu­di del cele­ber­ri­mo Daniel Gole­man che con questo even­to abbi­amo il piacere di ritrovare. 

EI rac­coglie in sé svari­ate sfac­cettature ma fa innanz­i­tut­to rifer­i­men­to alla “CAPACITA’ di PERCEPIRE, RICONOSCERE, VALUTARE E GESTIRE le pro­prie ed altrui emozioni”.

In tal sen­so, EI può ess­er con­sid­er­a­ta la skill che diver­si­fi­ca l’essere umano dal­la macchi­na per quan­to quest’ultima sia pur in gra­do di per­cepire e sim­u­la­re le emozioni umane come dimostra­no recen­ti stu­di. L’intelligenza emo­ti­va influen­za e gui­da le nos­tre relazioni pro­fes­sion­ali e sociali, le nos­tre scelte, il modo in cui per­cepi­amo i com­por­ta­men­ti altrui e il sig­ni­fi­ca­to che gli attribuiamo. Influisce sulle nos­tre deci­sioni e sul modo in cui ognuno di noi si relaziona al mon­do che lo cir­con­da sem­pre più mutev­ole, incer­to, com­p­lesso e ambiguo (def. VUCA); in tal sen­so, l’EI può rap­p­re­sentare la chi­ave di vol­ta nonché il mec­ca­n­is­mo accel­er­a­tore per affrontare pos­i­ti­va­mente le avver­sità e il cam­bi­a­men­to, favoren­do lo svilup­po all’interno delle orga­niz­zazioni di un ele­va­to liv­el­lo di engage­ment e com­mit­ment. Che l’EI entri sem­pre più spes­so nelle anal­isi sul­la creazione di val­ore lo dimostra­no anche recen­ti stu­di: in un’indagine con­dot­ta nel 2019 da Capgem­i­ni Research Insti­tute (EI– the essen­tial skillset for the age of AI) l’83% delle aziende ha affer­ma­to che avere una forza lavoro con un alto liv­el­lo di intel­li­gen­za emo­ti­va sarà un pre­req­ui­si­to per rag­giun­gere il suc­ces­so in futuro.

La mag­gior parte delle aziende che han­no un cap­i­tale umano emo­ti­va­mente intel­li­gente, infat­ti, otten­gono medi­a­mente un INCREMENTO di BENEFICI di oltre il 20%. 

I prin­ci­pali ben­efi­ci quan­ti­ta­tivi e qual­i­ta­tivi includono una mag­giore pro­dut­tiv­ità, una mag­giore sod­dis­fazione dei dipen­den­ti e ambi­en­ti di lavoro più col­lab­o­ra­tivi. Ciò det­to, pos­si­amo affer­mare quin­di che orga­niz­zazioni dotate di un buon liv­el­lo di Intel­li­gen­za Emo­ti­va potran­no essere favorite in quan­to dotate di una leva com­pet­i­ti­va impor­tante rispet­to alla quale sur­fare sulle onde del cam­bi­a­men­to, in un mer­ca­to sem­pre più impreved­i­bile tan­to nei suoi rischi così come nelle sue oppor­tu­nità.

Recu­peran­do dunque le pre­messe di questo arti­co­lo, che pone­va in evi­den­za l’accelerazione dei cam­bi­a­men­ti in atto appor­ta­ta dal­la pan­demia e da ciò che ne sta con­seguen­do, pos­si­amo intravedere un New Nor­mal dove a CAMBIARE è anche il par­a­dig­ma stes­so di CAMBIAMENTO.

Esso non appare più come un momen­to di dis­con­ti­nu­ità e cesura con il preesistente quan­to piut­tosto come una con­dizione con­tin­u­a­ti­va, di costante MOVIMENTO e FLUIDITA’ nel quale la per­sona, le imp­rese, le isti­tuzioni impara­no ad esistere accettan­do il RISCHIO di decidere con infor­mazioni scarse e mutevoli, in un con­tin­uo e inar­resta­bile flus­so evo­lu­ti­vo.

Evoluzione diven­ta quin­di il ris­chio che si tra­mu­ta in oppor­tu­nità: quan­do l’individuo, così come l’impresa, accoglie la crisi e la trasfor­mazione che por­ta con sé abbrac­cian­do, non resisten­do al cam­bi­a­men­to. Le orga­niz­zazioni del New Nor­mal appaiono dunque ai nos­tri occhi come realtà che risco­prono la forza del­la per­sona al cen­tro, capaci di cap­i­tal­iz­zare le trasfor­mazioni tec­no­logiche in cor­so al servizio del busi­ness e per le per­sone; dotate DELL’INTELIGENZA EMOTIVA.

che crea pon­ti, con­nes­sioni, vic­i­nan­za anche e a mag­gior ragione nelle fasi più dure del­la dis­tan­za fisi­ca che questo peri­o­do ci sta facen­do esperire. Le ORGANIZZAZIONI del New Nor­mal sono imp­rese ANTIFRAGILI, pren­den­do in presti­to la lezione di Nicholas Taleb: sis­te­mi in gra­do di evol­vere nel pro­prio per­cor­so di esplo­razione accoglien­do gli impul­si di un mon­do incer­to e in costante muta­men­to dove pro­prio la capac­ità di adat­tar­si, o meglio anco­ra, di rin­no­var­si met­ten­do a val­ore aggiun­to ciò che si è sta­ti, ciò che si è e quel­lo che anco­ra potrà venire, pare essere molto PIU’ POTENTE DEL CONCETTO DI RESILIENZA che vede i met­al­li resistere all’urto per tornare ciò che era­no pri­ma.

Se vogliamo essere pro­mo­tori di quel cam­bi­a­men­to che, come si dice­va all’inizio, forse da trop­po tem­po è rimanda­to come esseri umani e orga­niz­zazioni dovre­mo, più che dai met­al­li, appren­dere qual­cosa in più dal mon­do veg­e­tale che nel cor­so dei sec­oli ci ha dimostra­to la sua stra­or­di­nar­ia capac­ità di resilien­za trasfor­ma­ti­va. Ste­fano Man­cu­so, scien­zi­a­to di fama mon­di­ale, ci dice dalle pagine di Plant Rev­o­lu­tion (2017) che “le piante sono organ­is­mi costru­iti su un mod­el­lo total­mente diver­so dal nos­tro. Vere e pro­prie reti viven­ti, capaci di soprav­vi­vere a even­ti cat­a­strofi­ci sen­za perdere di fun­zion­al­ità… Per­fet­to con­nu­bio tra solid­ità e flessibil­ità, le piante han­no stra­or­di­nar­ie capac­ità di adat­ta­men­to, gra­zie alle quali pos­sono vivere in ambi­en­ti estre­mi”.

Questi organ­is­mi, non aven­do via di fuga come in molti casi invece l’Uomo ha, ABBRACCIANO LA CRISI e il cam­bi­a­men­to facen­do leva sull’esplorazione di nuove risorse, ter­ri­tori, forme, apren­dosi all’intero eco­sis­tema e alla pro­pria EVOLUZIONE. L’inverno sta per iniziare L’inverno sta per iniziare o forse già lo sti­amo viven­do, a sec­on­da dei pun­ti di vista. Se però lo affron­ter­e­mo con questi stru­men­ti e la con­sapev­olez­za del nuo­vo par­a­dig­ma, impeg­nan­do­ci in un cir­co­lo vir­tu­oso che dal­la nos­tra orga­niz­zazione si irra­di ver­so l’esterno abbrac­cian­do l’intera comu­nità, la pri­mav­era non tarderà molto a venire. Con l’auspicio, per tut­ti voi che ci leggete, di farvi trovare pron­ti per la Rinasci­ta, investen­do sulle vostre risorse intan­gi­bili non solo per ess­er più com­pet­i­tivi sul mer­ca­to e per ren­dere le vostre orga­niz­zazioni “human & emo­tion­al ori­ent­ed”, ma per real­iz­zare un rin­no­va­to e pro­fon­do sen­so di Umanes­i­mo.

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