Andrea Lamanna, La sostenibilità nell'era della logistica

La sostenibilità nell’era della logistica

Andrea Lamanna, La sostenibilità nell'era della logistica

In base a quan­to emerge dal IX Rap­por­to sull’impegno sociale delle aziende in Italia, pro­mosso dal­l’Osser­va­to­rio Socialis, le aziende ital­iane han­no investi­to nel 2019 la cifra di 1,771 mil­iar­di in azioni di Cor­po­rate Social Respon­si­bil­i­ty e Sosteni­bil­ità, con un incre­men­to del 25% rispet­to al 2017, e ad inve­stire è sta­to il 92% delle aziende con oltre 80 dipen­den­ti.
Questi numeri tes­ti­mo­ni­ano l’aumen­to di con­sapev­olez­za nei con­fron­ti di queste tem­atiche che, per la cor­re­lazione sig­ni­fica­ti­va che intrat­tiene con le scelte strate­giche, sono sem­pre più spes­so sui tavoli dei deci­sion mak­er in azien­da.

Noi di Glas­ford Inter­na­tion­al Italy, alla luce del­l’­ex­per­tise con­sulen­ziale mat­u­ra­ta nel cor­so degli anni al fian­co di impren­di­tori, man­ag­er e capi azien­da, siamo par­ti­co­lar­mente atten­ti nel colti­vare rif­les­sioni e con­fron­to su temi che con­sid­e­ri­amo deci­sivi per la creazione di val­ore per il sis­tema imp­rese. Uno di questi è la sosteni­bil­ità e abbi­amo deciso di par­larne da uno dei pun­ti di osser­vazione più ril­e­van­ti: quel­lo del­la Logis­ti­ca e dei Trasporti in cui ope­ri­amo attra­ver­so man­dati di Exec­u­tive Search da oltre ven­t’an­ni all’in­seg­na del­la cross-fer­til­iza­tion e del­la co-prog­et­tazione.
Il nos­tro Asso­ciate Part­ner Andrea Laman­na ha inter­vis­ta­to Daniele Testi, Pres­i­dente di SOS-LOGis­ti­ca, e Gian­fran­co Coc­chi, HR Direc­tor di Stef Italia, con l’o­bi­et­ti­vo di meglio inves­ti­gare cosa sig­ni­fichi per un’azien­da impren­dere tenen­do con­to dei temi ESG e che impat­to e oppor­tu­nità essi gener­i­no per il pro­prio busi­ness e sul fronte orga­niz­za­ti­vo.

AL: Ing. Testi, cosa sig­nifi­ca per un’azien­da che opera nel­la logis­ti­ca oggi inve­stire in ter­mi­ni di sosteni­bil­ità? Quante sono le dec­li­nazioni di sosteni­bil­ità?
DT: Il tema del­la sosteni­bil­ità per molto tem­po è sta­to affronta­to dagli oper­a­tori logis­ti­ci come un aspet­to pret­ta­mente ambi­en­tale ed ecol­o­gista. Miglio­rare le pro­prie per­for­mance ambi­en­tali vol­e­va dire inve­stire in nuove tec­nolo­gie (mezzi ed infra­strut­ture), con esbor­si poco com­pat­i­bili con la dimen­sione media degli oper­a­tori e con le pres­sioni sui costi a cui il set­tore è da sem­pre sot­to­pos­to. Solo di recente e gra­zie ad alcune inizia­tive come quelle del­l’a­gen­da 2030 del­l’ONU si è inizia­to a dec­linare la sosteni­bil­ità sui diver­si assi inclu­den­do le tem­atiche di respon­s­abil­ità sociale e di sosteni­bil­ità eco­nom­i­ca. Questo, sep­pur lenta­mente, sta con­tribuen­do ad una trasfor­mazione del sis­tema e final­mente la sosteni­bil­ità viene per­cepi­ta come una leva per inno­vare ed essere più effi­ci­en­ti, resili­en­ti e com­pet­i­tivi. Insom­ma non si guar­da solo ai costi per miglio­rare le pro­prie per­for­mance ambi­en­tali ma anche a tut­ti i van­tag­gi che ne derivano sul mer­ca­to in ter­mi­ni di fideliz­zazione dei cli­en­ti, dif­feren­zi­azione del­l’of­fer­ta e mit­igazione dei rischi. In ques­ta equazione, sec­on­do SOS-LOGis­ti­ca, l’as­so­ci­azione per la logis­ti­ca sosteni­bile, nata in Italia nel 2005, entra­no due ulte­ri­ori vari­abili:
1) le pol­i­cy, che sem­pre di più pre­mier­an­no le pratiche vir­tu­ose per ciò che riguar­da il sosteg­no finanziario e le norme oper­a­tive e di rego­la­men­to;
2) i con­suma­tori ovvero i ben­e­fi­cia­ri ulti­mi dei servizi di logis­ti­ca e trasporto che sem­pre di più richieder­an­no garanzie sul­l’im­pat­to ambi­en­tale, eco­nom­i­co e sociale dei prodot­ti acquis­ta­ti lun­go l’in­tero ciclo di vita ovvero dal­la pro­duzione allo smaltimento/riciclo.

AL: Pare emerg­ere in maniera net­ta dal­la sua anal­isi che la sosteni­bil­ità incon­tri sem­pre più gli obi­et­tivi strate­gi­ci del­l’im­pre­sa che opera nel­la logis­ti­ca, ne ori­en­ti scelte, crei oppor­tu­nità… che impat­to ha questo sui busi­ness mod­el di queste aziende?
DT: Sì, con­fer­mo. Final­mente queste tem­atiche iniziano a per­me­are lo svilup­po dei mod­el­li di busi­ness ori­en­tan­doli ver­so un’e­cono­mia più cir­co­lare e meno lin­eare. In questo nuo­vo con­testo gli oper­a­tori del­la logis­ti­ca sono chia­mati a svilup­pare nuove com­pe­ten­ze ed una cul­tura di base più sis­tem­i­ca che sia in gra­do di far emerg­ere il val­ore del­la logis­ti­ca e non soltan­to i costi. Gli stru­men­ti ci sono e pos­sono derivare da inizia­tive esterne come tutte le nor­ma­tive legate a Qual­ità, Sicurez­za e Ambi­ente o la cer­ti­fi­cazione di Ben­e­fit Com­pa­ny che si basa su mod­el­li di busi­ness rigen­er­a­tivi. Altri stru­men­ti sono sta­ti con­cepi­ti attra­ver­so un’esperienza ver­ti­cale di set­tore, come ad esem­pio il rat­ing di sosteni­bil­ità elab­o­ra­to da SOS-LOGis­ti­ca.
In estrema sin­te­si, si può dire che la col­lab­o­razione tra i diver­si inter­locu­tori del­la val­ue chain, l’ogget­ti­vazione sui risul­tati e sulle met­riche con­di­vise, uni­ta­mente all’investimento sulle nuove com­pe­ten­ze, sono gli stru­men­ti fon­da­men­tali alla base del­lo svilup­po del busi­ness del­la logis­ti­ca sosteni­bile.

AL: Dott. Coc­chi, con l’Ing. Testi abbi­amo intrapre­so l’e­s­plo­razione delle tem­atiche ESG a par­tire dal­l’a­gen­da strate­gi­ca e dalle oppor­tu­nità che ques­ta evoluzione sta deter­mi­nan­do sul fronte del busi­ness. Quale è invece, dal suo pun­to di vista, l’im­pat­to che tali tem­atiche han­no sulle orga­niz­zazioni?
GC: La pan­demia ha accel­er­a­to il bisog­no di inno­vazione e deside­rio del­l’in­tera orga­niz­zazione di parte­ci­pare in modo con­sapev­ole al cam­bi­a­men­to in atto, riducen­done così le resisten­ze. Diventare dunque un’azien­da sosteni­bile, tan­to più nel nos­tro set­tore, impli­ca pri­ma di tut­to un dif­fer­ente approc­cio cul­tur­ale, un cam­bio di men­tal­ità e di prospet­tive che può real­iz­zarsi solo se a sostenere tut­to questo c’è un forte com­mit­ment, un impeg­no forte e visione strate­gi­ca da parte del­la Direzione Gen­erale, in prim­is, e del Comi­ta­to Diret­ti­vo, pro­po­nen­do nuove idee e soluzioni, con­div­i­den­do un proces­so che coin­vol­ga l’in­tera orga­niz­zazione e le relazioni tra per­sone. Questo ci ha con­sen­ti­to di ridurre le resisten­ze al cam­bi­a­men­to ed ali­menta­re il flus­so di inno­vazione all’in­ter­no del­l’azien­da. Ciò pre­cisato, gli impat­ti orga­niz­za­tivi pos­sono avere una eco in due dif­fer­en­ti direzioni: nel­la definizione di nuove pro­fes­sion­al­ità ed in nuove modal­ità di lavoro e pro­ce­dure ori­en­tate al rispet­to del­l’am­bi­ente (paper­less, recu­pero mate­ri­ale di scar­to, stru­men­ti di lavoro a bas­so impat­to eco­logi­co, nuovi approc­ci immo­bil­iari, …)

AL: anche l’Ing. Testi cita­va la nasci­ta di nuove com­pe­ten­ze in seno a questo set­tore ed in relazione alle tem­atiche emer­gen­ti. Quali pro­fes­sion­al­ità rin­viene essere mag­gior­mente sig­ni­fica­tive all’in­ter­no del vostro set­tore?
GC: Il trasporto e la logis­ti­ca agroal­i­menta­re a tem­per­atu­ra con­trol­la­ta, mer­ca­to che ci vede pro­tag­o­nisti, sta viven­do un cam­bi­a­men­to sig­ni­fica­ti­vo e duraturo che pos­si­amo leg­gere anche nel­l’im­pat­to che le nuove tec­nolo­gie han­no nel creare val­ore attra­ver­so la tutela delle per­sone e del­l’am­bi­ente. Un esem­pio di questo lo leg­giamo nel­l’evoluzione dei ruoli del­l’Ener­gy Man­ag­er e del Respon­s­abile Ambi­ente che, in un mer­ca­to e in con­testi pro­dut­tivi in cam­bi­a­men­to, sono tes­ti­moni con­creti di ques­ta tran­sizione attra­ver­so il loro manda­to. Non è più suf­fi­ciente “difend­ere” l’azien­da dai rischi ambi­en­tali. È richiesto loro di ottimiz­zare i pro­ces­si, intro­ducen­do nuove tec­nolo­gie per ridurre l’im­pat­to ambi­en­tale e i con­su­mi ener­geti­ci. L’En­er­gy Man­ag­er, innanz­i­tut­to, è respon­s­abile del bud­get Ener­gia che per­me­tte di com­pren­dere le reali esi­gen­ze ener­getiche del­l’azien­da e di pro­porre strate­gie per ridurre i costi e i con­su­mi azien­dali in modo effi­cace con prog­et­ti che van­no dal­l’im­ple­men­tazione ed espan­sione del sis­tema di mon­i­tor­ag­gio cap­il­lare dei con­su­mi ener­geti­ci, fino agli stu­di di fat­tibil­ità per inter­ven­ti e nuovi prog­et­ti di Effi­cien­za Ener­get­i­ca e del­la suc­ces­si­va ren­di­con­tazione dei rispar­mi ottenu­ti, con un con­seguente impat­to sul con­to eco­nom­i­co del­l’azien­da.

AL: Gra­zie Dott. Coc­chi. Dal pun­to di vista priv­i­le­gia­to dal quale osservi­amo il mer­ca­to del lavoro, pos­so affer­mare che la famiglia pro­fes­sion­ale all’in­ter­no del­la quale entram­bi i ruoli che ha cita­to oper­a­no sta diven­tan­do sem­pre più vis­i­bile e sig­ni­fica­ti­va: sem­pre più fre­quente­mente l’HSE Man­age­ment è una fun­zione a diret­to ripor­to all’am­min­is­tra­tore del­e­ga­to e in alcu­ni casi siede all’in­ter­no del Man­age­ment Team nel­la misura in cui le anal­isi e le pre­vi­sioni che sca­tur­iscono dal suo pun­to di osser­vazione diven­tano cru­ciali per deter­minare le scelte di busi­ness e, di con­seguen­za, quelle orga­niz­za­tive. Aggiun­gerei, fra le pro­fes­sion­al­ità, quel­la del CSR Man­ag­er, una figu­ra, nata negli Sta­ti Uni­ti già negli anni ’50 ma ormai sem­pre più sig­ni­fica­ti­va all’in­ter­no delle aziende europee e nel nos­tro Paese. Lo dimostra il fat­to che il 35% dei CSR Man­agers ital­iani ha un ripor­to diret­to con il CEO ed il 44% ha un solo inter­me­di­ario nei con­fron­ti dei capi-azien­da ed è una figu­ra che cresce sia in ter­mi­ni numeri­ci che in ter­mi­ni di com­pe­ten­ze speci­fiche. Se la pri­ma famiglia pro­fes­sion­ale si orig­i­na a par­tire da un soli­do back­ground tecnico/ingegneristico/ambientale, il ruo­lo CSR è un ibri­do che molto trae dal mon­do del­la comu­ni­cazione e del mar­ket­ing, delle relazioni isti­tuzion­ali e del­l’or­ga­niz­zazione.
Le aziende più inno­v­a­tive, in tal sen­so pare stiano operan­do per la cos­ti­tuzione di una nuo­va fun­zione azien­dale, quel­la del­l’ESG Man­age­ment che par­rebbe rap­p­re­sentare una gius­ta sin­te­si tra i due ruoli, un’ib­ri­dazione tra com­pe­ten­ze hard e soft che devono sem­pre più viag­gia­re insieme per pot­er essere gui­da di scelte strate­giche per la gen­er­azione di val­ore a medio/lungo ter­mine.

Per con­clud­ere, siamo con­vin­ti che la tran­sizione che sti­amo viven­do rap­p­re­sen­ti un’op­por­tu­nità sen­za prece­den­ti. Il mon­do sta assis­ten­do a un cam­bio di par­a­dig­ma. Imp­rese e orga­niz­zazioni sono sem­pre più cosci­en­ti del­la neces­sità di avviare un nuo­vo ciclo di svilup­po molto più sosteni­bile sul piano eco­nom­i­co, sociale e ambi­en­tale. I prin­cipi ESG si affi­an­cano così ai già conosciu­ti Key finan­cial indi­ca­tors per mis­urare la bon­tà di un’im­pre­sa e dell’investire in impre­sa: sem­bra essere fini­to il tem­po delle oper­azioni a breve ter­mine, e le aziende devono pot­er dis­porre di tem­po per attuare piani indus­tri­ali volti alla creazione del val­ore ponen­do al cen­tro il cap­i­tale umano, val­oriz­zan­do la per­sona e le com­pe­ten­ze.
La sosteni­bil­ità non è il futuro, ben­sì il pre­sente da costru­ire e tute­lare per il futuro. Un futuro che per­sone, imp­rese, isti­tuzioni devono impeg­nar­si a real­iz­zare ogni giorno per con­tribuire all’Evoluzione del sis­tema.
Anche noi di Glas­ford ci impeg­ni­amo, accom­pa­g­nan­do i capi azien­da in qual­ità di advi­sor nell’ambito del­l’Ex­ec­u­tive Search e dei temi di orga­niz­zazione e svilup­po, in coeren­za con il cam­bio di par­a­dig­ma in atto.

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