Intelligenza artificiale. Come gli HR possono guidare la trasformazione in azienda - Glasford International Italy

Intelligenza artificiale: come gli HR possono guidare la trasformazione in azienda

Intelligenza artificiale. Come gli HR possono guidare la trasformazione in azienda - Glasford International Italy

 

L’articolo di Giovanni Rossi (Principal di Glasford International Italy) è inserito nella rubrica “Human Capital” in collaborazione con Laborability.

L’intelligenza arti­fi­ciale pro­gre­disce a grande veloc­ità, con­sen­ten­do ogni giorno di apprez­zare soluzioni nuove e inno­v­a­tive. L’impatto di ques­ta riv­o­luzione tec­no­log­i­ca è evi­dente sul­la quo­tid­i­an­ità di tut­ti, e le gran­di orga­niz­zazioni non fan­no eccezione. Soli­ta­mente, in azien­da sono le risorse umane a pro­muo­vere l’adozione dell’intelligenza arti­fi­ciale, sem­pre più uti­liz­za­ta per sem­pli­fi­care e velo­ciz­zare alcu­ni pro­ces­si. Una ricer­ca di inizio anno di Leap­some, ad esem­pio, evi­den­zia come il 90% dei respon­s­abili HR uti­lizzi­no l’IA al lavoro almeno una vol­ta alla set­ti­mana. Non solo. Sec­on­do una ricer­ca pub­bli­ca­ta da Gart­ner, ben l’81% dei Chief HR Offi­cer inter­vis­ta­ti ha esplorato o imple­men­ta­to soluzioni di intel­li­gen­za arti­fi­ciale per miglio­rare l’efficienza dei pro­ces­si. Questo è uno dei pun­ti cen­trali che occorre con­sid­er­are quan­do si par­la di AI: non solo la ridefinizione dei pro­ces­si HR, appan­nag­gio di chi ne ha la respon­s­abil­ità in azien­da, ma anche la user expe­ri­ence di chi invece si tro­va a viverne le dinamiche come utente. E su tut­to aleg­gia una doman­da che spes­so con­duce a una nar­ra­ti­va fuor­viante, gen­er­a­trice di gran­di pre­oc­cu­pazioni: è vero che, in un futuro non trop­po lon­tano, l’AI sos­ti­tuirà l’uomo?

Intelligenza artificiale: la sfida del reskilling

A questo propos­i­to, le pre­vi­sioni sono ottimistiche. Sec­on­do uno stu­dio glob­ale dell’IBM Insti­tute for Busi­ness Val­ue (IBV), nei prossi­mi tre anni il 40% del­la forza lavoro dovrà riqual­i­fi­car­si a segui­to dell’implementazione dell’AI e dell’automazione. Ciononos­tante, l’87% dei diri­gen­ti inter­vis­ta­ti ritiene anche che i col­lab­o­ra­tori avran­no più prob­a­bil­ità di svilup­pare le pro­prie com­pe­ten­ze, piut­tosto che di essere sos­ti­tu­iti dall’AI gen­er­a­ti­va. Molte altre voci del mer­ca­to van­no nel­la stes­sa direzione, soste­nen­do che l’AI sarà un for­mi­da­bile aiu­to, una sor­ta di assis­tente per­son­ale a dis­po­sizione di cias­cun lavo­ra­tore, come ha recen­te­mente sostenu­to Bill Gates, e non un con­cor­rente des­ti­na­to a sot­trarre posti di lavoro.

Si andrà infat­ti ver­so una col­lab­o­razione uomo-macchi­na, in cui ognuno sarà chiam­a­to a inter­a­gire con l’intelligenza arti­fi­ciale e con le nuove tec­nolo­gie per rag­giun­gere i pro­pri obi­et­tivi e dare mag­gior val­ore alle pro­prie capac­ità. Questo richiederà di cam­biare il modo in cui si svol­go­no i pro­pri com­pi­ti, por­tan­do molte pro­fes­sion­al­ità a evol­vere. Dunque, la pri­ma grande sfi­da che si pro­fi­la all’orizzonte è pro­prio quel­la del­la riqual­i­fi­cazione, las­cian­do all’AI i com­pi­ti più ripet­i­tivi e routi­nari. Questo con­sen­tirà alle aziende di dedi­care le com­pe­ten­ze dei pro­pri col­lab­o­ra­tori a com­pi­ti con mag­gior con­tenu­to intel­let­ti­vo e cre­ativi.

Il reskilling sarà quin­di fon­da­men­tale. A rive­stire un’importanza fon­da­men­tale saran­no da un lato le com­pe­ten­ze squisi­ta­mente umane (giudizio analiti­co, intel­li­gen­za emo­ti­va e curiosità), dall’altro le skill stret­ta­mente con­nesse alla ques­ta nuo­va dimen­sione (ril­e­va­men­to e ges­tione dei bias, capac­ità di scri­vere prompt effi­caci per guidare l’AI).

Intelligenza umana e artificiale: una collaborazione possibile

In con­seguen­za del­la dif­fu­sione delle nuove tec­nolo­gie, un’altra impor­tante sfi­da che i respon­s­abili del per­son­ale saran­no chia­mati a gestire è la relazione tra i lavo­ra­tori e l’AI. Ovvi­a­mente non si trat­ta di una respon­s­abil­ità esclu­si­va dell’HR, ma, come spes­so accade, è dal dipar­ti­men­to risorse umane che pas­sano molte attiv­ità di ascolto, comu­ni­cazione, for­mazione e svilup­po. Le aziende, come sot­to­lin­eato anche dal­la ricer­ca “Strate­gie HR per gestire l’impatto dell’AI in azien­da” di SAP, dovran­no essere in gra­do sia di abbrac­cia­re l’AI sia di coni­u­gare le capac­ità degli esseri umani con quelle del­la tec­nolo­gia.

Il pun­to cen­trale non è infat­ti la tec­nolo­gia in sé, ma la relazione tra uomo e macchi­na, in cui occorre saper trovare il gius­to equi­lib­rio tra la val­oriz­zazione del tal­en­to, dell’estro e del­la cre­ativ­ità del pri­mo, e la veloc­ità e l’efficienza del­la sec­on­da. L’empatia, il ragion­a­men­to logi­co e il pen­siero criti­co sono capac­ità che non pos­sono essere sos­ti­tu­ite dal­la macchi­na.

Per questo, saper dare val­ore all’apporto umano armo­niz­zan­do­lo con le pos­si­bil­ità offerte dall’AI sem­bra essere la sfi­da più urgente per fare in modo che gli inves­ti­men­ti in inno­vazione e ricer­ca pos­sano essere mas­simiz­za­ti e sfrut­tati al meglio dalle orga­niz­zazioni.

L’adozione dell’AI in ambito HR e l’importanza dello human touch

Con­cen­tri­amo­ci infine sulle soluzioni di intel­li­gen­za arti­fi­ciale che i dipar­ti­men­ti HR stan­no imple­men­tan­do. Questi stru­men­ti pos­sono fornire sup­por­to ai respon­s­abili delle risorse umane in un’ampia gam­ma di aree:

  • pro­ces­si di reclu­ta­men­to e assun­zione
  • com­pen­sa­tion
  • tal­ent e per­fo­mance
  • safe­ty
  • onboard­ing
  • for­mazione e svilup­po.

Oggi sem­pre più piattaforme offrono servizi che sup­por­t­ano gli HR in questi ambiti, e le novità mag­giori si sono viste nei pro­ces­si di recruit­ing e selezione, dove i sis­te­mi di AI con­sentono di ridurre notevol­mente i tem­pi di screen­ing dei CV, di val­u­tazione delle com­pe­ten­ze e di incro­cio tra doman­da e offer­ta. Ma, se è vero che l’AI con­tribuisce a ren­dere questi pro­ces­si più rapi­di ed effi­ci­en­ti, è anche vero che non garan­tisce la sua rius­ci­ta com­p­lessi­va.

Come soci­età di con­sulen­za direzionale in ambito Human Cap­i­tal, per Glas­ford ogni prog­et­to di Exec­u­tive Search è un per­cor­so di Peo­ple Dis­cov­ery. Questo sig­nifi­ca per noi com­piere un’esplo­razione lun­go tre dimen­sioni:

  • Ver­ti­cale, per com­pren­dere a fon­do l’organizzazione e iden­ti­fi­care le com­pe­ten­ze che con­sen­ti­ran­no di avere suc­ces­so nel­lo speci­fi­co ruo­lo;
  • Oriz­zon­tale, per inda­gare il mer­ca­to e le sue pecu­liar­ità e cogliere oppor­tu­nità di con­t­a­m­i­nazione cross-indus­try;
  • In pro­fon­dità, sco­pren­do i val­ori e le moti­vazioni intrin­seche del­la per­sona e il loro fit­ting rispet­to al sis­tema val­o­ri­ale e alla visione dell’impresa.

Si trat­ta di un’indagine che richiede una capac­ità di leg­gere la com­p­lessità che, ad oggi, le intel­li­gen­ze arti­fi­ciali non sono in gra­do di repli­care.

In ogni proces­so di selezione, infat­ti, esiste un momen­to in cui le per­sone – can­dida­to, rap­p­re­sen­tante dell’azienda, con­sulente – dovran­no incon­trar­si e conoscer­si, ritrovan­do l’uno nell’altro quelle carat­ter­is­tiche che non pos­sono essere dedotte da una con­cate­nazione di infor­mazioni fat­tuali, ma sono frut­to di una val­u­tazione pien­amente umana in cui inter­ven­gono ele­men­ti di affinità, empa­tia, val­ori.

Come guidare l’implementazione dell’AI in azienda

I respon­s­abili HR avran­no quin­di di fronte anni impor­tan­ti, in cui saran­no chia­mati a svol­gere un ruo­lo strate­gi­co come abil­i­ta­tori del­la relazione tra i sis­te­mi di AI e le per­sone. Saper indi­vid­uare e inserire in azien­da le com­pe­ten­ze nec­es­sarie alle orga­niz­zazioni, pre­dis­porre piani di for­mazione adeguati a guidare il cam­bi­a­men­to, infondere una cul­tura del­la trasparen­za e del­la chiarez­za nei con­fron­ti dell’adozione del­la tec­nolo­gia: molti di questi temi passer­an­no soprat­tut­to per i respon­s­abili del per­son­ale.

Altret­tan­to impor­tante sarà saper dif­fondere la con­sapev­olez­za del­la com­ple­men­ta­ri­età oggi esistente tra le capac­ità dell’intelligenza arti­fi­ciale e quelle dell’essere umano, oggi anco­ra non pien­amente replic­a­bili. Nel pro­prio lavoro quo­tid­i­ano, in pri­mo luo­go, e in quel­lo dei pro­pri col­lab­o­ra­tori.

Così come l’AI non è una tec­nolo­gia appan­nag­gio del solo Chief Inno­va­tion Offi­cer, o del futuro “Chief Arti­fi­cial Intel­li­gence Offi­cer”, quin­di, allo stes­so modo il cam­bi­a­men­to e l’integrazione dovran­no essere il più pos­si­bile con­di­visi nell’organizzazione. Par­al­le­la­mente, è chiaro che in questo con­testo l’HR giocherà, per sen­si­bil­ità e per preparazione, un ruo­lo sem­pre più di pri­mo piano nel saper guidare i col­lab­o­ra­tori e i ruoli api­cali dell’organizzazione in una cresci­ta che sap­pia armo­niz­zare la dimen­sione tec­no­log­i­ca e quel­la umana.

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