Emanuela Ferro Intervista Imprenditore vs Manager e il valore dell'impresa

Imprenditore vs manager e il valore dell’impresa

Emanuela Ferro Intervista Imprenditore vs Manager e il valore dell'impresa

Noi di Glas­ford Inter­na­tion­al Italy siamo al fian­co delle impre­se da oltre vent’anni accom­pa­g­nan­dole nel loro per­cor­so di evo­lu­zio­ne attra­ver­so una delle leve più strate­giche: quel­la del capi­ta­le uma­no. Real­izzi­amo ques­ta mis­sione gra­zie alla nos­tra offer­ta che abbrac­cia Exec­u­tive Search e Assess­ment Archi­tec­ture & Peo­ple Met­rics. Emanuela Fer­ro, Part­ner & Busi­ness Strat­e­gy Leader, nel­l’in­ter­vista rilas­ci­a­ta ad Andrea Colaci­c­co di VeneziePost spie­ga quali siano le leve orga­niz­za­tive e man­age­ri­ali che ver­ran­no assunte dai leader d’impresa nel­la ripresa post Covid, e quali val­ori li dovran­no guidare, osser­van­do inoltre le carat­ter­is­tiche di due fig­ure tan­to impor­tan­ti quan­to, a volte, in con­trasto come quel­la dell’imprenditore e del man­ag­er.

Emanuela Fer­ro, per lo svilup­po di un’impresa sono fon­da­men­tali sia le abil­ità dell’imprenditore che quelle del man­ag­er. Spes­so, però, sen­ti­amo che tra queste due fig­ure si gen­er­a­no acce­si con­trasti dovu­ti a idee diame­tral­mente opposte. E’ così?
Dob­bi­amo capire che questo è innanz­i­tut­to un rap­por­to tra per­sone. E come tutte le relazioni inizia con­div­i­den­do un pat­to di fidu­cia fonda­to su un obi­et­ti­vo comune. Il come rag­giunger­lo però dif­ferisce soprat­tut­to se guardiamo al diver­so arco tem­po­rale in cui si muovono impren­di­tori e man­ag­er. L’imprenditore è colui che ten­den­zial­mente pen­sa al medio lun­go ter­mine, cer­ca di real­iz­zare val­ore per le gen­er­azioni che ver­ran­no. Il man­ag­er invece è colui che deve risol­vere i prob­le­mi trasfor­man­doli in oppor­tu­nità, gener­are risul­tati per il piano indus­tri­ale. E’ qui che la par­ti­ta si fa com­p­lessa: lavo­rare insieme per impren­di­tore e man­ag­er sig­nifi­ca rin­sal­dare quo­tid­i­ana­mente il pat­to di fidu­cia, a par­tire da una pro­fon­da e vera del­e­ga.

Può fare qualche esem­pio?
Se tor­nas­si­mo nel Rinasci­men­to, l’imprenditore sarebbe il mece­nate che dispone di una visione più o meno illu­mi­na­ta, e di risorse eco­nomiche al servizio del­la pro­pria sig­no­ria e del­la sua cresci­ta. E il man­ag­er invece potrebbe essere raf­fig­u­ra­to come Leonar­do o Michelan­ge­lo, eccezion­ali artisti giun­ti alla loro corte per gener­are val­ore attra­ver­so le loro opere. Un pat­ri­mo­nio che non è solo in seno a Roma o Firen­ze ma del­la soci­età più ampia. D’altronde Leonar­do non si fer­mò per tut­ta la sua vita a Firen­ze.

Uscen­do dal roman­ti­cis­mo di queste immag­i­ni, pas­si­amo alla prat­i­ca. Dopo un peri­o­do di grande incertez­za eco­nom­i­ca e di scarsa preved­i­bil­ità dei cam­bi­a­men­ti del mer­ca­to, anche i mod­el­li man­age­ri­ali sono mutati?
Sti­amo osser­van­do che le aziende si aprono sem­pre di più alla cos­ti­tuzione di lead­er­ship team che guardi­no allo svilup­po dell’impresa sec­on­do quel­li che sono i par­a­dig­mi di una buona impre­sa del medio lun­go ter­mine: sosteni­bil­ità, capac­ità di inno­vare e accogliere il cam­bi­a­men­to, solo per citarne alcu­ni. Ma questi con­cetti oggi assumono nuovi sig­ni­fi­cati: non bas­ta che un prodot­to abbia un pack­ag­ing green per definire l’azienda che lo pro­duce sosteni­bile. Sosteni­bil­ità è un con­cet­to più ampio, che guar­da all’impatto ambi­en­tale, sociale e alla gov­er­nance dell’azienda stes­sa: sig­nifi­ca assumere quin­di scelte orga­niz­za­tive coer­en­ti nel modo di fare impre­sa, ad esem­pio val­u­tan­do i pro­pri man­ag­er e le loro per­for­mance all’insegna di questi prin­cipi. Anco­ra una vol­ta la relazione tra impren­di­tore e man­ag­er e il loro pat­to di fidu­cia può favorire in sen­so biu­ni­vo­co l’opportunità stes­sa per l’azienda di crescere.

Uno dei mot­ti di Glas­ford è “non cac­ciamo teste, sco­pri­amo per­sone”. Uno slo­gan ad effet­to, ma che ci fa capire l’importanza del con­net­tere cap­i­tale umano a cul­tura azien­dale, umanes­i­mo ed econo­mia, al fine di ricer­care la per­sona che con­tribuirà a favorire l’evoluzione dell’impresa del futuro.
Il rap­por­to umano è fon­da­men­tale. Quan­to più la cinghia di trasmis­sione tra impren­di­tore e man­ag­er fun­ziona, e si con­sol­i­da in val­ori comu­ni, in una visione comune del sen­so ulti­mo dell’impresa, tan­to più fun­zion­erà la capac­ità di gener­are vero val­ore. Prof­it­to per l’imprenditore che potrà rimp­ie­gar­lo per gener­are nuo­vo val­ore per l’azienda, per il ter­ri­to­rio in cui opera, per tut­ti gli stake­hold­er coin­volti. A volte sot­to­va­lu­ti­amo l’impatto delle scelte che fac­ciamo rispet­to al sis­tema più ampio di cui siamo parte: è un pec­ca­to, un’opportunità man­ca­ta. Scegliere la per­sona gius­ta per un manda­to azien­dale ad esem­pio ha un impat­to non solo in quel­la fun­zione, in seno all’azienda stes­sa, ben­sì sull’intero sis­tema imp­rese. E in un momen­to stori­co di così grande cam­bi­a­men­to e di ampie con­nes­sioni è una respon­s­abil­ità che noi sen­ti­amo di dover ono­rare.

Il man­ag­er può essere la nuo­va figu­ra impren­di­to­ri­ale del futuro?
Il nos­tro futuro neces­si­ta di un approc­cio cogen­er­a­ti­vo. Non c’è una cat­e­go­ria per il futuro, ma c’è un modo di fare insieme e di val­oriz­zare il con­trib­u­to di cias­cu­na parte. L’imprenditore deve inve­stire bene, avere buone idee e del­e­gare a buoni man­ag­er. Il man­ag­er deve ess­er un leader capace di inter­pretare la visione dell’imprenditore e di far­la vivere a tut­ta la sua squadra. Ma anche i col­lab­o­ra­tori sono essen­ziali all’azienda. Sem­pre più spes­so nei man­dati di selezione si ricer­ca impren­di­to­ri­al­ità, ovvero la capac­ità di oper­are con curiosità, inno­vazione e sen­so di respon­s­abil­ità a pre­scindere da ruoli e ger­ar­chie.

Sem­bra aver appe­na richiam­a­to il con­cet­to più ampio di soci­età.
Asso­lu­ta­mente. L’impresa non è un satel­lite a sé stante. Se non cre­asse relazioni di val­ore con le ammin­is­trazioni, lo Sta­to o sem­plice­mente con i suoi for­n­i­tori e i suoi cli­en­ti sarebbe un sis­tema des­ti­na­to all’entropia. Ma ritor­nan­do alla doman­da di pri­ma, per me il futuro è tornare a pen­sare al val­ore del­la per­sona a pre­scindere dal ruo­lo agi­to. E sen­to l’urgenza di ciò pro­prio alla luce del momen­to che sti­amo viven­do. Il mer­ca­to esce da una grave crisi, che non è sta­ta solo eco­nom­i­ca, e ora c’è un’opportunità stra­or­di­nar­ia per crescere. Non l’accoglieremo assumen­do una log­i­ca indi­vid­u­al­ista, ma se tut­ti insieme coop­er­ere­mo per qual­cosa di più impor­tante, per un bene comune.

A propos­i­to di sfide del futuro. Lei ha scrit­to con altri autori un libro che par­la di un nuo­vo vocabo­lario per le imp­rese dopo il Covid. Ci spie­ga per­ché serve questo nuo­vo vocabo­lario e quali sono le parole chi­ave per quelle imp­rese che voi chia­mate di val­ore?
Quan­do avviene un cam­bi­a­men­to, spes­so abbi­amo bisog­no di nuove parole per par­lare. La pan­demia è sta­ta un accel­er­a­tore di cam­bi­a­men­ti già in atto e abbi­amo sen­ti­to forte l’importanza di cogliere l’impatto che essa ha avu­to nel mon­do dell’impresa con cui quo­tid­i­ana­mente par­liamo. Lo abbi­amo fat­to a par­tire dal sen­so eti­mo­logi­co di parole sem­pre più ricor­ren­ti come sosteni­bil­ità e tec­nolo­gia – motori del­la riparten­za, come dimostra­no gli inves­ti­men­ti del Pnrr – per infine sco­prire il sen­so pro­fon­do che acqui­sis­cono in seno all’impresa. Un sis­tema arti­co­la­to, com­p­lesso che attra­ver­so la lente d’ingrandimento svela il legame con altri con­cetti e vocaboli. Par­liamo di emozioni, moti­vazioni, fidu­cia, del­la ricer­ca di un nuo­vo equi­lib­rio armon­i­co. Questo nuo­vo vocabo­lario d’impresa si rende nec­es­sario ai capi azien­da oggi per leg­gere le poten­zial­ità dell’impresa e del sis­tema in cui si muove. Se cor­ret­ta­mente par­la­to e agi­to, esso è la vera leva com­pet­i­ti­va per real­iz­zare imp­rese di val­ore.

Che tipo di val­ore?
Ques­ta è la paro­la del nuo­vo vocabo­lario forse più com­p­lessa… è il val­ore che mette final­mente pace al der­by fra econo­mia e umanes­i­mo, che scioglie ogni nodo di quell’ ossi­moro tra prof­it­to e val­ori che per trop­po tem­po abbi­amo let­to, rac­con­ta­to e ascolta­to. D’altronde quale val­ore è più grande di quel­lo che si gen­era nel­la pro­fon­da con­nes­sione tra ciò in cui cre­di­amo, e l’obiettivo ver­so cui muovi­amo? Usci­amo dagli ulti­mi due anni con una rin­no­va­ta con­sapev­olez­za, adesso è “solo” tem­po di agire a par­tire dal mon­do d’impresa, dec­li­nan­do risorse, scelte, azioni in oppor­tu­nità con­crete e di svilup­po ed evoluzione.

A questo link è disponi­bile l’in­ter­vista pub­bli­ca­ta sul sito di VeneziePost.

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