14. Giugno 2023 Food & Beverage: le grandi trasformazioni
Quando si parla dell’Italia è impossibile non pensare alla ricchezza culinaria che porta con sé: vini, formaggi, pasta, salumi, dolci sono solo alcuni degli alimenti esportati in tutto il mondo; e non a caso la dieta mediterranea è stata inserita dall’UNESCO nella lista dei “patrimoni immateriali dell’umanità”.
Anche per questo, il mercato Agroalimentare è uno dei più dinamici in Italia, che rappresenta il 25% del PIL nazionale, con un valore di oltre 580 miliardi di euro.
Anche il Food & Beverage è da tempo attraversato dalle grandi trasformazioni che stanno cambiando i mercati, due fra tutte la “Filiera Alimentare Sostenibile” e l’“eCommerce & Digital Transformation”. Trasformazioni che hanno un potente impatto anche sulle competenze manageriali oggi richieste ai leader, chiamati a guidare le proprie imprese attraverso queste transizioni.
Filiera Alimentare Sostenibile
La crescente domanda di cibo derivata dall’aumento della popolazione mondiale porta con sé un’inevitabile crescita dell’inquinamento. L’ONU stima che la catena del valore del cibo generi circa un terzo delle emissioni globali di gas serra, volumi davvero impressionanti, tant’è che oggi è molto sentita l’urgenza di intervenire per ridurle e rendere l’intero comparto più sostenibile.
Guardando all’Unione Europea, la Commissione ha varato diversi progetti, tra i quali Farm to Fork e Biodiversità 2030, con i quali si impegna ad esempio a ridurre del 50% la quantità dei pesticidi utilizzati, a coltivare in modo biologico il 25% della superficie agricola europea, oltre a dimezzare gli sprechi alimentari pro capite, sia a livello di vendita al dettaglio sia di consumo. Ed è una richiesta che arriva a gran voce anche dai consumatori, sempre più attenti a seguire un regime alimentare più sostenibile, sano e ricco di prodotti naturali.
Sono felice di osservare che sono sempre più numerose le imprese che rispondono a questa chiamata, non solo offrendo alternative alimentari più sostenibili, ma anche utilizzando materie prime e packaging a ridotto impatto ambientale e dotandosi di certificazioni relative alla sostenibilità ambientale. Le aziende più virtuose pubblicano a questo proposito un bilancio di sostenibilità, rendicontando sforzi e risultati in tal senso. E non è questione di “immagine”: le competenze green sono sempre più richieste, ad ogni livello e grado organizzativo.
Anche il ritorno alla filiera corta più sostenibile contribuisce a ridurre le emissioni, offrendo al contempo ai consumatori prodotti di qualità a prezzi più accessibili. E, come conseguenza, comporta la necessità di ripensare i propri modelli di approvvigionamento e di produzione, eliminando il più possibile i passaggi intermedi tra produttore e consumatore.
E‑Commerce & Digital Transformation
Una delle altre grandi trasformazioni, altrettanto pervasiva, è legata all’eCommerce e alla Digital Transformation.
Durante la pandemia abbiamo assistito ad un aumento del numero di persone che hanno acquistato online la propria spesa, e seppur in calo il numero continua a rimanere alto (quasi 11 milioni, circa il 42% delle famiglie). Ad attrarre i consumatori non è tanto la prospettiva di un risparmio economico, quanto la possibilità di scegliere tra un maggiore assortimento di prodotti, in modo più comodo e veloce. Altri ricorrono ad applicazioni di food delivery. Sempre più aziende F&B, quindi, si sono dotate di un e‑commerce e hanno rivisto il proprio customer journey online per renderlo più semplice e attrattivo, implementando anche nuove soluzioni come il click&collect.
Questa trasformazione non impatta solo sul canale retail, ma va a toccare anche aspetti legati alla produzione, conservazione, logistica, stoccaggio. Nel F&B più che in altri settori, infatti, è fondamentale un’accurata gestione delle materie prime e delle scorte di magazzino (soprattutto per i freschi); è inoltre molto importante la tracciabilità della filiera produttiva. Attraverso l’analisi dei dati di vendita online è poi possibile clusterizzare i consumi per rimodulare la produzione, fino ad offrire prodotti fortemente personalizzati: non si ragiona più esclusivamente sui volumi quindi, ma sulla segmentazione in lotti di prodotti, per diversificarne l’offerta e andare incontro ai bisogni e alle preferenze del mercato.
Inoltre, l’analisi dei dati generati dai macchinari e dai processi industriali porta a comprendere dove è possibile intervenire per renderli più efficienti, consentendo una riduzione dei tempi di set-up e l’individuazione tempestiva di eventuali errori, riducendo gli sprechi e proseguendo sulla strada della sostenibilità.
L’evoluzione delle competenze manageriali
Sull’onda di queste grandi trasformazioni mi pare opportuno fare delle riflessioni sul se, e come, debbano evolversi le competenze manageriali necessarie per guidare tali trasformazioni.
Ad un Manager del F&B non possono mancare, in primo luogo, le capacità relazionali, che gli permettono di comunicare la sua Vision in modo efficace, di migliorare la capacità di persuasione, di trasferire ai collaboratori le strategie aziendali e di creare un clima di fiducia che aumenta la produttività. O ancora, la capacità di pensiero, intesa come capacità di produrre idee ma anche di prendere decisioni e assumere rischi, è mandatory skill di un Manager.
Per essere un focal point credibile, capace di assumere un ruolo centrale e di guida, dovrà anche essere dotato di solide capacità realizzative, specifiche della propria area funzionale, che evolvono per rispondere alle trasformazioni che attraversano il mercato. Il Manager del F&B dovrà, a mio avviso, puntare ad esempio su una formazione mirata alle competenze digitali, se vorrà governare con successo i processi aziendali del futuro. Basti pensare alla quantità di dati e informazioni sulle abitudini dei consumatori che arrivano dai nuovi modelli di Food Delivery per comprendere come la capacità di coglierne l’importanza abbia portato molte aziende a rivedere la propria business strategy o a trasformare l’offerta di prodotti. O ancora, alla capacità di gestire e guidare l’omnicanalità con le sue enormi potenzialità.
Il Manager del F&B avrà anche la necessità di sviluppare competenze tecniche in materia di ESG, non solo per rispondere alle sempre più incalzanti richieste dei consumatori ma anche perché una certificazione o bilancio di sostenibilità genera valore per l’azienda stessa, ne certifica la visione strategica di lungo periodo, e ne potenzia la credibilità anche finanziaria.
Infine, i prodotti F&B per loro natura sono fortemente legati al “vivere un’esperienza”. Un Manager del settore dovrà essere in grado di proporre un’emotional experience, un journey, che si costruisce solo attraverso l’innovazione, la capacità di analizzare i trend attuali e futuri del settore e di sperimentare.
Per rispondere ai grandi processi trasformativi in atto, quindi, i leader d’impresa sono chiamati ad accrescere le proprie competenze per comprendere le evoluzioni e guidare le proprie organizzazioni verso il successo. Lo stesso deve fare chi, come me, è al loro fianco nella scelta dei Senior Manager, studiando costantemente il mercato e i suoi trend per essere sempre più efficace nell’identificare le skill – hard e soft – fondamentali per governare il cambiamento. Solo in questo modo è possibile generare un’evoluzione che coinvolga Persona, Organizzazione e Mercato.
Silvia Moschi — Principal, Glasford International Italy
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