
17. Febbraio 2022 Evolutioners’ wor(l)d: Nicola Rossi, Head of Talent Strategy & Employer Branding
Nel corso del 2021, quasi i due terzi delle aziende italiane hanno assistito ad un numero di dimissioni superiore rispetto agli anni precedenti, soprattutto per quanto riguarda i giovani. Molti di loro, circa il 40%, hanno lasciato il lavoro alla ricerca di un migliore work-life balance, o a causa di un ambiente di lavoro non soddisfacente.
Come può una società di consulenza in ambito Human Capital aiutare le imprese a far fronte a questo scenario? Ne abbiamo parlato con Nicola Rossi, Head of Talent Strategy & Employer Branding di Glasford International Italy.
Perché hai abbracciato il progetto Glasford?
A portarmi in Glasford è stato il “to be Evolutioner” che anima le persone che ne fanno parte e che sento particolarmente vicino a me, che amo definirmi un metodico irrequieto sempre alla ricerca di paletti da spostare. Far parte di un progetto focalizzato alla creazione di un nuovo Gruppo che offre servizi di consulenza Human Capital è per me una nuova avventura grazie alla quale esplorare nuove strade.
Per me e per tutta Glasford essere Evolutioner significa infatti pensare fuori dagli schemi, andando sempre alla ricerca di soluzioni innovative per vincere le nuove sfide che si aprono di fronte a noi. Sono oltre 20 anni che lavoro in ambito Human Capital, e trovo meraviglioso aiutare le aziende a sviluppare la connessione con i candidati e con i propri collaboratori. Allo stesso modo, è per me fonte di enorme soddisfazione creare progetti e fornire soluzioni che aiutino le persone a migliorare il loro contesto lavorativo, soprattutto nell’attuale scenario, che si caratterizza per i grandi cambiamenti sociali, economici e relazionali.
Sono senese di nascita e passione, laureato in Economia e Commercio e con un Master in Marketing Management. Sopra Porta Camollia, una delle porte di Siena, c’è un’incisione che riporta “Cor magi tibi Sena pandit”, cioè “Siena ti apre un cuore più grande (della porta che stai attraversando)”. Questo per me dovrebbe essere il risultato finale di ogni progetto di Talent Acquisition e Employer Branding, l’obiettivo a cui tendere: amplificare le sensazioni che candidati e dipendenti provano nel rapportarsi con un’impresa, rafforzando la loro motivazione e il loro coinvolgimento, mettendoli a proprio agio e facendoli sentire felici e orgogliosi di fare parte di quell’azienda.
Cosa significa essere “Head of Talent Strategy & Employer Branding” di una società di Human Capital?
In Glasford sono il responsabile della Business Line Talent Strategy & Employer Branding, recentemente costituita, che ha come scopo quella di porsi al fianco delle aziende nostre partner accompagnandole nello sviluppo delle leve di attraction, engagement, retention e reputation tanto interne quanto esterne all’organizzazione stessa. Questo avviene attraverso la definizione di soluzioni e percorsi innovativi, quali hackathon e talent day, progetti di onboarding, di assessment e di change management capaci di valorizzare l’Employer Value Proposition. Le organizzazioni, infatti, stanno prendendo sempre più coscienza dell’importanza di avere un’identità e un purpose solidi su cui impostare la propria comunicazione, per rendersi riconoscibili e riuscirsi a differenziare creando un senso di fiducia e appartenenza.
La strada lungo cui ci muoviamo è ben delineata: costruire un brand forte e credibile, trasmetterlo nel modo migliore per raggiungere il pubblico, coinvolgere le persone, avvicinare i candidati, valorizzare i collaboratori. Questo avviene attraverso l’integrazione e la valorizzazione delle competenze delle tre business Line di Glasford, sempre e soprattutto all’insegna dell’evoluzione, obiettivo ultimo di ogni persona o impresa.
Quali saranno, sul fronte HR, le sfide che le imprese dovranno affrontare nei prossimi anni?
Oggi è necessario che i candidati e i dipendenti siano maggiormente ingaggiati e motivati, in quanto le persone non decidono più di accettare una proposta per il mero job title o per il solo stipendio, ma scelgono di abbracciare una mission, un purpose, dei valori. Si sceglie una leadership, si sceglie in base al wellbeing che l’azienda può incentivare. E tutto questo va comunicato, creato e raccontato con le giuste modalità e strumenti.
Nel contesto odierno, caratterizzato da profonde trasformazioni e che vede le organizzazioni dover affrontare grandi sfide, le imprese hanno perciò la necessità di riscrivere l’intero candidate ed employee journey, al fine di massimizzare l’experience di tutti gli attori coinvolti (candidati, dipendenti, azienda). Anche la Digital Transformation che caratterizza quest’epoca storica non è solo una sfida per le aziende, ma anche una fantastica opportunità per ridare centralità alle persone all’interno di un nuovo umanesimo digitale all’insegna dell’etica, dell’estetica e della gentilezza. All’interno della Business Line che rappresento in Glasford, aiutiamo perciò le imprese a definire percorsi blended, tra digitale e reale, dove la tecnologia, i dati e gli algoritmi di recruiting possono contribuire a creare efficienza e produttività e dove invece il racconto e lo storytelling servono ad essere più efficaci e a suscitare emozioni attraverso cui condividere tematiche fondamentali nelle scelte dei candidati – quali la Diversity & Inclusion, la Sustainability, la cultura aziendale.
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