Come sviluppare un progetto di welfare aziendale che funziona

Come sviluppare un progetto di welfare aziendale che funziona

Come sviluppare un progetto di welfare aziendale che funziona

L’articolo di Fabiola Monopoli (Senior Manager Assessment Architecture & People Metrics di Glasford International Italy) è inserito nella rubrica “Human Capital” in collaborazione con Laborability.

Par­lare di wel­fare azien­dale non è e non deve essere solo una “ques­tione azien­dale”. Quan­do si pen­sa ai temi legati al wel­fare, infat­ti, non pos­si­amo pen­sare a qual­cosa di sta­ti­co, a una sin­go­la unità, ma, al con­trario, a un insieme di tem­atiche e pro­ces­si in con­tin­ua evoluzione e trasfor­mazione che toc­cano non solo l’universo orga­niz­za­ti­vo, ma anche quel­lo sociale ed eco­nom­i­co. Si trat­ta di temi così impor­tan­ti da essere ripresi in modo uni­vo­co e chiaro anche nei prin­cipi di Psy­cho­log­i­cal Safe­ty pre­visti dalle ISO 45003.

Ecco che occu­par­si di wel­fare diven­ta una pri­or­ità e allo stes­so tem­po gli inter­locu­tori da coin­vol­gere aumen­tano sem­pre più.

Gli attori coinvolti: persone, Risorse Umane, ma anche leadership aziendale

Provi­amo, ad esem­pio, a pen­sare al mon­do orga­niz­za­ti­vo delle aziende. Quali sono gli attori coin­volti nel wel­fare? Forse le prime per­sone che ci ven­gono in mente sono quelle che diret­ta­mente pos­sono ben­e­fi­cia­rne, ma ci sono altre fig­ure che devono inter­venire a monte.

Per­ché un sis­tema di wel­fare pos­sa fun­zionare, infat­ti, per pri­ma cosa deve essere prog­et­ta­to sec­on­do le carat­ter­is­tiche delle per­sone che com­pon­gono quell’azienda. E chi dovrebbe occu­par­si di ques­ta pri­ma impor­tan­tis­si­ma fase? Le Risorse Umane, che dovran­no poi far­si cari­co anche del­la comu­ni­cazione delle politiche di wel­fare adot­tate a liv­el­lo azien­dale, di modo che siano conosciute e uti­liz­zate in tut­ta la loro offer­ta.

Tut­tavia, oltre alle Risorse Umane serve il sosteg­no da parte di chi gui­da l’azienda. Come in tut­ti i pro­ces­si orga­niz­za­tivi, anche in questo caso non si può avere suc­ces­so se non si inseriscono le politiche di wel­fare in maniera coer­ente all’interno degli obi­et­tivi strate­gi­ci di più lun­go peri­o­do.

Quali interventi possono essere sviluppati in ottica organizzativa?

Il rap­por­to Wel­fare Index PMI 2022 orga­niz­za in dieci aree gli ambiti di svilup­po del wel­fare azien­dale:

  • Prev­i­den­za e pro­tezione
  • Salute e assis­ten­za
  • Con­cil­i­azione vita-lavoro
  • Sosteg­no eco­nom­i­co
  • Svilup­po del cap­i­tale umano
  • Sosteg­no per edu­cazione e cul­tura
  • Dirit­ti, diver­sità, inclu­sione
  • Con­dizioni lavo­ra­tive e sicurez­za
  • Respon­s­abil­ità ver­so i con­suma­tori e for­n­i­tori
  • Wel­fare di comu­nità

Il ven­taglio delle azioni che pos­sono essere atti­vate in relazione al wel­fare è quin­di molto ampio e può essere sud­di­vi­so in due macroa­ree:

  • azioni e inter­ven­ti di tipo hard, legati al ripen­sa­men­to e all’inno­vazione di pro­ces­si e asset­ti orga­niz­za­tivi
  • azioni e inter­ven­ti di tipo soft, rel­a­tivi al sup­por­to più speci­fi­co alle per­sone, allo svilup­po delle loro com­pe­ten­ze e conoscen­ze, alla qual­ità del­la vita orga­niz­za­ti­va e più in gen­erale all’equi­lib­rio vita-lavoro.

Esempi di interventi di tipo soft

Fac­ciamo qualche esem­pio di azioni soft che pos­sono essere por­tate avan­ti a liv­el­lo azien­dale.

In relazione al benessere orga­niz­za­ti­vo e alla con­cil­i­azione vita-lavoro, da un lato si pos­sono sup­port­are i respon­s­abili a svilup­pare la Hybrid Lead­er­ship, dall’altro, ovunque le vari­abili orga­niz­za­tive lo per­me­t­tano, è pos­si­bile agevolare le per­sone nell’utilizzo di modal­ità di lavoro agile.

Rispet­to allo svilup­po del cap­i­tale umano si può agire orga­niz­zan­do per­cor­si di con­tin­u­ous learn­ing, upskilling e reskilling. I cor­si di for­mazione, oggi, non sono più da inten­der­si come dei prodot­ti sta­ti­ci e nec­es­sari­a­mente in pre­sen­za, ma pos­sono essere orga­niz­za­ti in maniera mod­u­lareveloci tarati sui bisog­ni speci­fi­ci dei sin­goli. Questi per­cor­si diven­tano anco­ra più coin­vol­gen­ti quan­do sono inte­grati con inizia­tive di coach­ing e di men­tor­ing.

Da questo pun­to di vista, sono par­ti­co­lar­mente effi­caci devel­op­ment e assess­ment cen­ter, che per­me­t­tono di fotogra­fare speci­fi­ci tar­get di popo­lazione azien­dale per iden­ti­fi­carne in maniera pun­tuale le reali neces­sità in otti­ca di svilup­po.

Anche sul tema dirit­ti, diver­sità e inclu­sione (DE&I) si pos­sono svilup­pare per­cor­si inno­v­a­tivi e spe­cial assess­ment costru­iti pro­prio per andare a map­pare le com­pe­ten­ze che per­me­t­tono di gener­are inclu­sione nelle orga­niz­zazioni, in prim­is l’attenzione alla val­oriz­zazione delle pari oppor­tu­nità e del­lo svilup­po del­la lead­er­ship fem­minile a tut­ti i liv­el­li.

Un welfare disegnato sulle necessità aziendali

Questi sono solo alcu­ni esem­pi di un più ampio ven­taglio di inter­ven­ti che pos­sono essere por­tati avan­ti dalle aziende in ambito wel­fare.

Glas­ford accom­pa­gna le aziende nel­lo svilup­po del Cap­i­tale Umano anche attra­ver­so la creazione di prog­et­ti di wel­fare inte­grati e coer­en­ti con i bisog­ni dell’organizzazione.

La tua azien­da su quale delle 10 dimen­sioni mostra il pre­sidio mag­giore? Su quale invece potrebbe trarre ben­efi­cio dal sup­por­to di spe­cial­isti?

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